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Quota 103: come cambia dal 2024

Partiamo dai requisiti attualmente previsti dalla Quota 103, che continuano ad applicarsi fino al 31 dicembre 2023: 62 anni di età minima, 41 anni di contributi versati, nessuna penalizzazione sull’assegno ma importo massimo erogabile di 1500 euro fino al raggiungimento dei requisiti di vecchiaia (attualmente fissati a 67 anni).
Dal 1° gennaio 2024, bisogna maturare entro fine anno sempre 41 anni di contributi versati ma si dovrà attendere di più per uscire. Non solo: scatta anche una penalizzazione sul calcolo.
Calcolo pensione con sistema retributivo, contributivo o misto

Chi aggancia questa formula di flessibilità in uscita, in genere avrebbe diritto a calcolare la pensione con il sistema misto, che prevede la valorizzazione con il retributivo della quota di contributi versati entro il 31 dicembre 1995.
Invece, la Quota 103 per chi matura il requisito nel 2024 prevede il ricalcolo contributivo della pensione.

Importo massimo della pensione
La Quota 103, fin dall’esordio di Quota 100, ha sempre previsto un tetto massimo all’assegno percepito, da applicarsi fino al raggiungimento dei requisiti per l’età della pensione di vecchiaia (attualmente fissati a 67 anni). Per la prima edizione di Quota 100 era previsto un tetto di 1500 euro. Con le nuove edizioni della Quota 102 e 103 l’importo si è adeguato all’inflazione.

Per il 2024, è fissato anche un nuovo tetto all’assegno percepito, che in base al Ddl della Manovra è pari a 4 volte il trattamento minimo INPS (circa 2.270 euro) invece di cinque volte (come avviene oggi). Finché non si raggiunge l’età per la pensione di vecchiaia, al momento 67 anni, si riceve quindi una pensione fino al tetto imposto.

Decorrenza pensione con finestra mobile più lunga
Per chi sceglie la nuova Quota 103, la finestra mobile – il periodo che intercorre fra il momento in cui si matura il diritto e quello della decorrenza della pensione – si estende a sette mesi nel privato e a nove mesi nel pubblico.

Anche questa è una regola che si applica solo a chi matura il diritto a partire dal 2024.

In pratica, con la nuova Quota 103 da gennaio prossimo si dovrà aspettare almeno sette mesi per percepire la prima pensione se dipendente privato, nove mesi se dipendente pubblico. Un “compromesso” di Governo all’alternativa prevista all’inizio, ossia uno slittamento di un anno che avrebbe reso questa pensione anticipata una sorta di Quota 104.

Riepilogo requisiti 2024 per la Quota 103
Tutte le novità esposte riguardano coloro che maturano il diritto alla pensione con la nuova Quota 103 dal primo gennaio 2024. Chi invece matura 62 anni di età e 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023 ha ancora diritto alla vecchia Quota 103 e continua a poter applicare le precedenti regole, anche se decide di andare in pensione successivamente.

Riassumiamo tutti i requisiti, in base all’ultima versione della bozza di Manovra.

Attuale Quota 103: 62 anni di età e 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023. Finestra mobile di tre mesi. Nessuna decurtazione sull’importo della pensione. Assegno percepito con tetto massimo fisso fino ai 67 anni. Chi ha questo requisito, può esercitarlo in qualsiasi momento. Quindi, può andare in pensione nel 2024 o in un periodo successivo con la vecchia Quota 103.
Nuova Quota 103: stessi requisiti ma maturati entro dicembre 2024, con finestra mobile che aumenta a sette / nove mesi. Riduzione dell’assegno con ricalcolo contributivo. Pensione massima percepito fino a 4 volte il minimo INPS fino alla maturazione dle requisito per la pensione di vecchiaia.
La flessibilità in uscita in Manovra
In generale, la Manovra 2024 ha previsto una stretta su tutte le forme di flessibilità in uscita: si è alzata l’età per l’APE Sociale a 63 anni e cinque mesi e quella per Opzione Donna a 61 anni (sempre con una riduzione di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni).

La pensione anticipata contributiva, consentita a determinate condizioni con 64 anni di età e 20 anni di contributi, prevede dal 2024 un vincolo più alto in termini di assegno maturato, che deve essere pari a 3 volte l’assegno sociale per gli uomini (oggi invece è a 2,8 volte per tutti).

Anna Fabi
31 Ottobre 2023 11:08

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